La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
, ma la inermezza sua, la folla delle nemiche armi, e Gualdo era stretto da un'inesprimìbile angoscia. Gualdo, la prima volta in sua vita, si sentiva
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odii tu? - Gualdo, stupito, il fisò, mentre gli si componèa nel capo il senso della domanda; poi: - Odiarti ... io? epperchè? ... Io non odio nessuno
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ecco, due femminili forme venire correndo verso di loro, svolazzanti le gonne, seguìte da un grosso cane al galoppo. Era Tecla, la prima. - Gualdo
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virtù di parola, nè di pennello e neppure di realtà! ... Molte ne avèa Gualdo vedute; era la prima ch'egli sentisse. Perocchè, ora, lo specchio
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Gualdo il Beccajo svegliossi. L'acuta brezza ferìvagli la somma pelle; l'ànimo, la sorpresa. Chè, assuefatto a svegliarsi in un ambiente bujo, più
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devote a cuori, non di lepre o di lupo. --- In questa calma da temporale, si trascinàrono cinque mesi. Già si attendeva la messe dai campi, e Gualdo
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. Pòvera Nera! su lei biancheggiava un rosajo. Ma, mentre il sole e il lavoro fervèa, mentre Gualdo, mietendo, sospirava ai mietuti, Forestina la Bionda, si
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gruppi, e, tra essi quello spiccava del Nebbioso e di Gualdo, ritti in pie', mano in mano, silenti, intanto che Forestina, in mezzo assisa su 'n cespo
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E la pace fu, e, in gran parte, si dovette al Beccajo. Caso nuovo! quel Gualdo, cui, nell'offesa, mal soccorreva, per la tardità della idèa e la
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selvaggio, con ambo le mani, il capo dal mozzo crine, v'impresse un bacio schioccante, dicendo: Gualdo assassino! - Evviva il Beccajo! - si applaudì
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, una smania rasentante lo spàsimo, di rigustare la riconoscenza, ch'èrasi pinta nella faccia di Gualdo, e i baci, che sulle labbra di Forestina èrano